giovedì 23 dicembre 2010

Le nostre aspettative minimali

In questa serata di pioggia e di articoli da fantascienza vorrei sottolineare alcuni aspetti che forse,per una questione di indifferenza,sono stati omessi o non ''calcolati''.
Fa piacere svegliarsi al mattino e leggere un giornale manovrato che lascia ampi spazi a chi ha potere e censura o accorcia i chiarimenti e le cronache di una situazione quasi irreale,noi cittadini dobbiamo stare zitti e non dobbiamo inserirci in questioni che non ci riguardano.
Mi cascano le braccia nel sentire un esponente di un partito politico definire le nostre richieste ''minimali'',parlare di speculazione e portare avanti una campagna di disinformazione atta a confondere le acque per promettere grandi cambiamenti e rivoluzioni.
Cari padroni,siamo sotto natale,uscite dalle vostre case con bella vista, prendete le vostre macchine luccicanti e fatevi un giro a Marola (a patto che sappiate dove si trova) non limitatevi a scrivere stime,numeri e progetti fittizi,venite ad ammirare la desolante realtà che uccide un paese,e non solo.
Parlate di collaborazioni,di rilanci ,di ricostruzioni e di importanze strategiche ma forse,ancora una volta, dovete essere ripresi su alcuni aspetti fondamentali:
Punto primo,Marola sta morendo,muore davanti a capannoni e vialoni vuoti,muore davanti a ex discariche da bonificare e muore perché ha un muro invalicabile che non gli permette di creare un futuro diverso,con che diritto affermate che le richieste di un gruppo di cittadini sono minimali?cosa diventa importante per voi?
Punto secondo,nelle parole dell'ammiraglio mi preme aggiungere alcune precisazioni,che forse per evitare figuracce non sono state affrontate.
La grande Marina militare è la stessa che ha permesso di scaricare immondizia in mare e in terra  depositando materiale ,giusto un poco, dannoso per la salute delle persone che vi abitano vicino,occupa spazi con strutture in decadenza e non ha il minimo riguardo dell'impatto sociale,ambientale e paesaggistico,l’articolo non parla di cittadini,non parla di città non chiarisce niente se non aspetti relativamente tecnici,io capisco che la divisa,spesso,fa dimenticare l’umanità ma,questo vuol dire   veramente  fare finta di niente,sono fanti,sono ragazzi.
E' bello sentire parlare di collaborazioni,di dati rassicuranti e di investimenti che lo stato avrebbe permesso grazie alle nostre tasse,ma questi soldi per cosa sono stati usati?perché non avete eliminato i tetti dei capannoni in eternit ormai logorati,perché non avete ripulito le zone che avete insozzato e infine perchè continuate a parlare di rilancio economico e di riqualificazione,sperperando dati e statistiche,senza valutare le reali necessità che vi obbligano,per legge,a porre rimedio.
Siete le solite persone di cent’anni fa,pensate che far entrare un cantiere o un’attività simile possa risolvere tutte le problematiche legate al territorio,ma viene lecito chiedersi come farete a recuperare e ristrutturare tutte le strutture dell’arsenale?e le bonifiche?quale prospettiva di sviluppo portate avanti?E quanto c’è di reale in quello che affermate?basterà una bella gettata di cemento.
Grazie signor ammiraglio per l'articolo rassicurante,mi piacerebbe portarla davanti a tutte quelle persone che hanno subito,sulla propria pelle,le sue reali affermazioni e portarla a fare una passeggiata sotto il muro chiedendogli  con umiltà se davvero farebbe crescere sua figlia tra il filo spinato e il pulviscolo mortale di tetti e navi in disarmo.
Nella vita,purtroppo,c'è chi è più fortunato (vedi il signor,commendatore,cavaliere dottor Gatti) e invece chi fortuna non ha perché nato in una realtà differente,non voglio divagare,ma non vi dovete permettere di liquidarci con qualche numeretto o provare a smontarci con il sistema ''posti di lavoro' ,noi bene o male subiamo le conseguenze delle vostre azioni e abbiamo tutto il diritto di controbattere e combattere  le vostre visioni egoistiche.
Mi viene da ridere perchè accusate dei poveracci di speculazione,quando da che mondo è mondo,i primi a speculare su tali strutture saranno i grandi imprenditori che sono nelle schiere dei vostri partiti,avete molto coraggio e anche una fantasia incredibile.
Io a questi punto non vedo più l’arsenale militare come un base navale bensì come uno stato a parte, una San Marino con le navi da guerra (navi vabbè) dove il sovrano  usa i nostri soldi per accontentare i vassalli senza ascoltare minimamente i pianti dei sudditi che nel frattempo crepano.
Voglio chiudere con una certezza,le vostre risposte negative riguardo tali aree non sono spinte da una questione di strategicità della base,esse sono prese di posizione nei nostri confronti e vi dimostrate poco intelligenti  nel pensare che i vostri dispetti ci facciano rinunciare.

A.M.

martedì 21 dicembre 2010

Che Sviluppo?

Questa notte o questa mattina vorrei affrontare un argomento molto importante che tratta principalmente la tematica dello sviluppo che può venire applicato alle aree che in un futuro prossimo (si spera) possano essere liberate.
La questione è fondamentale in quanto la nostra battaglia si protrarrà anche per evitare abusi edilizi o attività invasive all’interno di tali spazi e, preoccuparsi principalmente di seguire attentamente le ipotesi  di riqualificazione che potrebbero nascondere secondi fini con sviluppi dannosi alla popolazione.
Come abbiamo già ripetuto non scendiamo a compromessi per arrivare ai nostri obbiettivi,non abbiamo bisogno di cedere a mere consolazioni per ricevere  un  contentino o un premio di consolazione.
Siamo determinati nell’affermare che il territorio o le strutture attualmente militari dovranno essere soggette a uno sviluppo sostenibile e razionale,senza cadere nel tranello del ‘’posti di lavoro,porci comodi’’,non è questo che l’associazione murati vivi vuole ed è impossibile pensare di  conquistare l’accesso al mare e poi soffocarlo con attività civili come attività di cantieristica o di sfruttamento non compatibili con le richieste dei cittadini.
Potremmo sembrare troppo esigenti  ma la questione è di vitale importanza,in molti dovranno asciugarsi la bava quando gli spazi saranno (un giorno o forse mai) liberi e si avrà la possibilità di iniziare a creare la rivalorizzazione,schiere di imprenditori dal portafoglio gonfio si faranno avanti con il libretto degli assegni rivendicando il diritto di decidere,con i soldi, il futuro per le aree attualmente occupate dalla Marina.
Il cittadino deve avere un ruolo fondamentale,deve sentirsi in diritto di  bocciare o protestare contro trasformazioni non chiare o immediate che si rivelerebbero ancora più negative della situazione attuale,non vogliamo arrivare al punto di dire un giorno “era meglio il muro”.
Le idee vanno condivise e deve essere il futuro imprenditore interessato a preoccuparsi di scomodare il cittadino per confrontare le proposte,non vogliamo uno sviluppo “egoistico”,non vogliamo uno sviluppo che guarda principalmente gli interessi personali  o strettamente economici.
I Murati Vivi rivendicano il mare e questo sta a significare che qualsiasi persona deve avere la possibilità di arrivare al vertice dei moli e avere il mare ad un metro,non ci va di accontentarci di uno spostamento del muro regalando alla cittadinanza la parte interna delle aree,noi vogliamo toccarlo senza dover attraversare cancelli o recinzioni.
Si parla di polo tecnologico ma ritengo sia un’idea troppo generica e poco chiara,cosa significa?Un polo tecnologico come quello di Genova?Dove con l’illusione di creare uno sviluppo decisivo per la città si è finiti a combattere contro abusi edilizi e palazzine.
Credo ci sia la necessità di parlare di cose concrete senza perdersi in definizioni o parole incredibilmente belle,bisogna iniziare a sfornare idee che abbiano,soprattutto, rispetto dell’ambiente e del cittadino  senza escludere la problematica paesaggistica.
Ora siamo ancora all’inizio,me ne rendo conto,ma abbiamo  il sospetto che certe trattative  rimangono nell’oscurità tagliando fuori  non L’associazione Murati Vivi bensì i cittadini.
Stimo fantasticando su un futuro incerto,ma  visti i furbetti del quartiere è meglio mettere le mani avanti e chiarire subito le nostre posizioni,siamo i Murati Vivi e non gli Scemi  di turno.

A.M.

lunedì 13 dicembre 2010

Una città di buon senso

La raccolta firma ha portato agli esiti sperati,avevamo paura dell'indifferenza delle persone,ci preoccupavamo della campagna confusionale che è stata portata avanti da politici e sindacalisti riguardo ai nostri obbiettivi.
E' stato gratificante per il gruppo e per le singole persone che lo compongono vedere che la gente era interessata a quello che dicevamo, a tutte le nostre spiegazioni balbettate di giovani inesperti nell'arte dell'oratoria,abbiamo avuto tanto coraggio e ci siamo impegnati a fondo per condurre una raccolta firme efficace e non obsoleta.
In un fine settimana gelido di dicembre siamo riusciti a consegnare cinquemila volantini e a raccogliere quasi mille firme  e, siamo consapevoli di questa grande risposta che ha reso dei ragazzi normali i protagonisti di una speranza di cambiamento, non solo economico, ma anche sociale,siamo importanti come i grandi partiti o i politici che li governano,questo è un risultato che non ci aspettavamo.
Vi abbiamo fermato mentre frettolosamente facevate qualcosa,abbiamo cercato di parlarvi di spiegarvi la nostra situazione e di imprimervi per un secondo le speranze che portiamo dietro ai nostri discorsi,spesso, liquidati con indifferenza e risposte  ingiuste che non hanno placato i nostri animi infreddoliti.
Un semplice gazebo si è trasformato in un ''incontro'' ed è stato bellissimo vedere come l'interesse di tanti cittadini è stato stuzzicato dalle nostre parole,dalla necessità di confessarvi il disagio che proviamo nel guardare un muro ricoperto da filo spinato.
Grazie dunque per aver tirato fuori un documento e aver scritto il vostro nome o per aver messo qualche spicciolo in una cassetta pitturata con pennarelli,grazie per aver parlato con indignazione guardando delle foto appese e, infine grazie per esservi accorti che la situazione che viviamo raccoglie pienamente temi che riguardano la vostra città.
Vi confesso che l'entusiasmo non è mai mancato,nel montare un gazebo e nello smontarlo,abbiamo continuato a sorridere anche quando i giornali pubblicavano articoli che affievolivano le speranze,ma voi ''cittadini''come d'altronde altre persone dei paesi  avete cancellato ogni attacco alla nostra manifestazione.
La nostra battaglia non finisce qui,non bastano gli entusiasmi per buttare giù un muro,questo era l'antipasto di una lunga cena a cui partecipano tutti,presto o tardi sarà l'ora di portare in tavola il dessert e di dimostrare che la nostra battaglia è guidata dal buon senso ma,ora bisogna concentrarsi nella preparazione della prima e della seconda portata.

giovedì 9 dicembre 2010

Qui non si combatte,si collabora.

Lettori di questo blog murato vorrei chiedere un secondo della vostra attenzione e di dedicare il vostro cervello alla questione collaborazione.
Lo scontento di promesse fatte da politici in passato ha regalato amare delusioni e nessuno si è mai dimostrato così attento alla questione per cui ci impegniamo,il muro ha sempre vinto,ha sbaragliato qualsiasi prospettiva di miglioramento,ha ostacolato la vostra vista verso un mare che vi spetta.
C'è una tristezza che vaga dietro a quest'opera di cemento,tutto diventa un luogo qualsiasi ma,davvero si tratta di una cosa così insormontabile?
Nessuno può dare una risposta concreta a questa domanda,il gruppo murati vivi non ha verità assolute e tantomeno pensa di avere la soluzione finale  a questo dannoso problema.
Il gruppo si proietta verso un futuro,con proposte e idee che coinvolgono ogni persona che vive e respira aldilà del muro, quindi, perché non collaborare a creare tale prospettiva?
Faccio troppe domande, non sono uno psicologo,mi preoccupo solamente che da queste mie interrogazioni scatti qualcosa nella testa facendovi credere, per un millesimo di secondo, che non c'è da perdere niente nel dare un contributo per il vostro paese.
Lo sconforto è un brutto male,esso, annebbia la determinazione e la costanza nel procedere verso un obbiettivo comune di crescita e di sviluppo e, spesso dietro alla parola sconforto si intravede anche la parola ''accontentarsi'' e, quando si arriva a concepire tale rassegnazione,si perde.
Nessuno ha parlato di lotte e di scontri,il gruppo cerca solo di fare valere i propri diritti informando e svegliando le coscienze di tutte le generazioni,le persone anziane, per esempio ,sono fondamentali perché in loro è contenuta una memoria storica tramandata nel tempo e perdere questa memoria equivale a ritrovarsi senza un'identità.
I giovani e le generazioni di mezzo, d'altro canto, sono necessarie per portare avanti tale memoria ed è importante trovare il tempo e la curiosità di comporre un quadro storico che colloca Marola e i paesi vicini  in  un passato che li definisce luoghi di mare, non  quartieri chiusi tra strade e mura.
Anche questo è collaborare,noi riteniamo necessaria qualsiasi dimostrazione di attaccamento e appoggio per questi paesi che hanno dimenticato troppo.
Provate a immaginarvi se il vostro bicchiere di vino o la vostra passeggiata con il cane diventasse un piacere, potreste portare i vostri figli o nipoti a pescare a pochi passi da casa o vedervi con  amici e parenti in una zona che vi appartiene e che non avete mai goduto;non è un guadagno per la vostra vita?Collaborare per  tale piacere futuro non vi rende orgogliosi?
Non basta dire si,sarebbe bello,bisogna anche dimostrare di credere in questi piaceri sognati, è ora di essere più duri del muro che avete di fronte,non serve strafare,un contributo non viene calcolato o misurato,esso viene semplicemente accettato,i meriti in questo caso, vanno lasciati a chi un giorno potrà esprimersi o creare qualcosa in queste zone ,quelle persone che in quel futuro potranno usufruire di tale fortuna lo dovranno solo a un vostro attuale impegno.
Murati vivi,tengo a precisare, è un inizio,è un insieme di speranze che basano le loro convinzioni nell’amore e nell’attaccamento che ogni cittadino porta per i suoi angoli di strada e per i suoi paesaggi personali che intravede dalla finestra di casa,questo è importante,quanto trovare il tempo per dimostrare a se stessi che sentirsi inermi equivale a sputare sulle cose belle che il vostro paese vi regala.
Collaborate e partecipate per tutto questo.

martedì 7 dicembre 2010

Stendiamo un velo pietoso

Capita a volte di confondere le acque,di sentirsi il diritto di consigliare o accusare senza aver capito a fondo quello che vuol dire MURATI VIVI.
Abbiamo già sottolineato varie volte che il nostro impegno non prevede che i dipendenti dell'arsenale vadano a casa perché di loro non cè più bisogno,nessuno ha parlato di eliminazione dell'arsenale e tantomeno che non dimostriamo interesse per le persone che ci lavorano dentro.
Ma guardiamo invece il lato guadagno per chi dice o per chi fa dire queste cose,qui si tratta di mettere contro persone che sono a pari livello,che crescono i loro figli,che lavorano tutti i giorni e che ritengono importante uno stipendio a fine mese,un ''arsenalotto'' non è poi tanto diverso da una persona che lavora in città e insinuare che tale persona,per una questione di egoismo,vuole sbattere fuori i dipendenti di questa grande base rimane un'inezia.
Bisogna fare attenzione a ciò che si dice,in primo luogo se si omette che chi gestisce l'arsenale non ha intenzione di creare posti di lavoro e che l'organico attuale verrà presto diminuito causa decrescita dell'importanza di essa e in secondo luogo l'indifferenza dei sindacati nei confronti del nostro gruppo,nessuno si è preso l'impegno di incontrarci,il massimo che siete riusciti a fare è stato accusarci e consigliare alle istituzioni di non seguire la nostra protesta,perché fanatici e irriguardevoli nei confronti del lavoro degli altri.
Che grande bugia questa,che teatrino ben impostato,qui si tratta di confutare la verità e convincere gli indecisi a remare contro un'idea di sviluppo e miglioramento,sia dei posti di lavoro e sia della qualità di vita della cittadinanza spezzina.
Quello di cui sono sicuro è la poca voglia di cambiare le cose,gridate sui giornali perché qualcuno ha toccato le vostre comodità e accusate noi perché non siete capaci di costruire un'ipotesi concreta e ragionevole dettata dal buon senso,insomma, vi siete dimostrati i soliti sindacalisti attaccati alla pagnotta,tanto calda e tanto buona.
Sorge anche limpido il dubbio che qualcuno vi abbia aizzati,qualcuno che non ha gli strumenti morali per eliminare e contrastare la nostra protesta,quel qualcuno che sposta navi e speranze per una città meno soffocata,vogliamo però ringraziarvi a nome di tutte quelle persone che sono iscritte alle vostre liste che hanno lavorato anni dentro a navi assassine e ora non possono più dire la loro perché sono al campo santo.
Non vi si accusa di assassinio,questo non è un tribunale e nessuna ha il diritto di farlo,ma mi chiedo con delusione,perché vi ostinate a dividere le persone e a smembrare le idee che vengono fuori da questa manifestazione?
Non avrete altro da fare se non gridare al furto di una portaerei che per una questione di praticità e di dispendio e stata trasferita in una base più vicina ai teatri di guerra mondiali,quindi,ora che avete fatto un articolo puntiglioso e vi siete impettiti di fronte ai vostri seguaci,cosa siete in grado di fare?cosa potete dimostrare di concreto,o grandi sindacalisti,non credete sia l'ora di voltare pagina e di collaborare,non per licenziare della gente,ma per migliorare la condizione di essa e picchiare il degrado che vaga nelle vostre strade?
Noi lo stiamo già facendo,non avete avuto voglia di conoscerci,ma possiamo perdonare le vostre uscite fuori moda,sapete perché?perché crediamo in quello che facciamo e quando apriamo la così detta ''ciabatta'' pensiamo anche a voi,o grandi maestri di civiltà.

Perchè questa iniziativa è molto importante?



Cari amici vorrei porvi e pormi questa domanda e provare a rispondere non con vedute politiche o spicciole della questione,qui si tratta di buon senso.
I grandi capi che ''gestiscono'' questa nostra realtà dovrebbero trovarsi nelle condizioni di valutare il senso di questa necessità,perché un ragazzo deve avere il diritto di possedere il suo mare,creare prospettive più concrete con il suo territorio e infine eliminare il pericolo per la propria salute e per quella delle generazioni future.
Non c'è grande discorso politico o promessa che possa spiegarvi a fondo l'impegno necessario che dobbiamo seguire per fare valere i nostri diritti,non voglio farne una questione romantica,ma ahimè,l'unica cosa che riteniamo fondamentale è il toccare per un secondo la vostra sensibilità sulla questione.
Siamo obbligati sottostare a determinate regole che minano la nostra vita e siamo costretti a respirare davanti a queste zone piene di amianto,perché i nostri figli non potranno usufruire di tali spazi per una crescita più sana e giusta e infine perché questi paesi non posso ritornare a respirare un'aria  di mare che da cent'anni ormai è scomparsa?
Non vogliamo parlare solo di cose concrete,avremo tempo per creare progetti e consolidare speranze ,noi ora, ci impegniamo solamente a cercare di trasmettere qualcosa di umano.
Nessuno hai mai affermato che l'arsenale militare deve essere eliminato o sepolto o che i suoi dipendenti devono essere licenziati  e tanto meno rinnegare una realtà storica così importante e, chi con poco rispetto ci mette in bocca queste parole vuole solo creare un contrasto tra persone normali,tra persone che faticano per il loro lavoro e per la loro famiglia.
Io che scrivo,tengo a precisare che il mio mare lo vedo e lo tocco a ogni ora del giorno e nessuno mi obbliga a portare avanti questa protesta scrivendo queste cose ma, quello che mi  coinvolge sono le speranze di amici e conoscenti che non hanno la mia stessa fortuna, ed è profondamente giusto combattere per questo sopruso che si trasforma in un muro grigio come le navi da guerra,oramai vecchie,che riposano immobili.
Vorrei trovarmi di fronte un grande capo per sapere dalle sue mostrine luccicanti cosa davvero lo porta a valutare questa necessità della gente con tanta indifferenza,perché ti ostini a darci risposte riciclate confondendo i confusi con movimenti furbetti all'interno della tua grande base,perché non esci dal tuo ufficio e ti guardi intorno,vorresti davvero vivere dietro a un muro coperto da filo spinato?vorresti portare sull'altalena i tuoi figli mentre un radar a pochi passi ,che dovrebbe difenderci da fantomatici attacchi, continua girare silenzioso con conseguenze sconosciute?
Ti vedo già pronto a controbattere qualsiasi offesa,con in mano risposte fasulle che parlano di grandi importanze strategiche e di progetti futuri che riempiono d' orgoglio,ma nel tuo piano strategico hai incluso anche la responsabilità e le conseguenze di tali affermazioni?Quanta gente dovrà scoprire che ha i giorni contati,quanti ragazzi dovranno passare le loro serate tra un muro e una strada e infine perché questi ragazzi non posso avere la possibilità di godersi il luogo dove sono nati e dove cresceranno?
Sono certo della tua reazione,ci accuseresti e negheresti con qualche scusa, inseguito da qualche povero marinaio fintamente indaffarato a portarti una borsa piena di prove,piena di alibi inattaccabili e gonfia di parole non tue.
Il gruppo murati vivi non nasce per dichiarare una guerra come voi sperate,ma cresce per porre queste domande anche alla gente che ha un briciolo di umanità, gente che magari ha perso le speranze per il vostro vociferare e per l'impressione di grandezza che date mentre siete seduti sopra a quel muro.
Tutto questo è ingiusto perché omettete l’importanza che hanno avuto tali persone per l’arsenale e non dimenticatevi che è grazie alla città e ai paesi che avete potuto realizzare flotte e palazzine ma,ora che la realtà è cambiata dovete restituire un po’ di quel sudore che avete richiesto quando eravate i protagonisti della scena.
Ci chiamerete dissidenti,comunisti,terroristi,pacifisti,esaltati e furfanti ma noi non siamo niente di tutto questo,abbiamo solo a cuore il nostro futuro e la nostra salute e nessuno mai potrà deviare la convinzione che voi non avete il diritto di mettere parola a questi due fondamentali.
Ogni tanto mi chiedo con assurdità se i vostri tetti di capannoni vuoti e le vostre discariche hanno fatto più morti che gli abnormi cannoni che vantate dalle vostre splendide fregate,ma questo è buon senso? Bisogna essere dei filosofi o dei grandi scrittori per recepire questa realtà?
Non credo,dopo queste domande mi auto rispondo con delusione che a voi non importa delle file negli ospedali,delle prospettive cupe che i ragazzi hanno in questa città e del lordume che avete scaricato per mare e per terra per anni,non vi siete nemmeno premurati di chiedere scusa pubblicamente alla gente che si è vista portare davanti alle proprie  finestre materiali pericolosi e assassini e mai vi verrà in mente di scaricarvi di tale peso.
Non vi preoccupate, saremo ben lieti di far conoscere le tante cose che avete occultato e di rispondervi con i numeri,con i consensi e  movimenti,non di bettoline o barchette arrugginite,bensì movimenti di persone che sono stufe di vedervi padroni di aree fintamente utilizzate e mal gestite,noi crediamo in questa cosa e ci dispiace pestarvi i mocassini, appena lucidati da qualche povero arsenalotto, incatenato da ricatti,che  incontrate per strada.
Il gruppo si impegna con calma e fermezza nel farvi sapere che siamo guidati,non dai politici da strapazzo o dai partiti strapazzati bensì' dal sentimento,da una voglia irrefrenabile di riappropriarci di ogni singola speranza che vaga sola tra una discarica a cielo aperto e un filo spinato ormai obsoleto che vi protegge dal niente,noi apriamo le porte di una collaborazione,voi aprite i cancelli per parlarne?

lunedì 6 dicembre 2010

I "Murati vivi" chiamano a raccolta

Da Città della spezia 25/11/2010
La Spezia. Questa sera i "Murati vivi" si riuniscono, con la gente di Marola, ma non solo.
Sarà un incontro incentrato sul borgo rivierasco, sulle vicende che lo vedono o lo hanno visto protagonista nella storia, nella politica, nell'associazionismo, ma anche nella tutela della salute e dell'ambiente. La partecipazione, però, è aperta a tutti gli abitanti della costa e della città.
Alla riunione che si terrà alle 21.30 presso la sede della Società di mutuo soccorso saranno presenti Aldo Giacché, ex sindaco della Spezia che negli anni Ottanta fece arretrare il muro dell'arsenale di alcune decine di metri,Gino Ragnetti, giornalista e scrittore che dalle pagine della Gazzetta della Spezia cerca spesso di smuovere le acque sul fronte della smilitarizzazione di alcune aree e che con il suo "Luna" propone una suggestiva lettura della presenza romana nel golfo.
Saranno presenti inoltre la presidente dell'Arci Antonella Franciosi e il presidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti, e infine, il medico marolino Giuseppe Sanvenero che, con un collega pneumologo spiegherà quali sono i rischi connessi alla presenza di amianto nell'aria: un argomento legato alla storia di Marola poiché da quei capannoni che si trovano a pochi metri dalle case, quelli rimasti per anni senza tetto, pare ci fosse una gran quantità di amianto.
Insomma un appuntamento per vedere la questione di Marola sotto differenti punti di vista, ma tutti, in fondo, come raggi di luce concentrati da una lente, convergono verso un unico obiettivo: quello di abbattere il muro, simbolo del degrado, dell'occupazione, della distanza dal proprio mare, dai propri diritti, dalla propria storia.
Ad organizzare il tutto sono stati i "Murati vivi", o meglio l'associazione "Murati vivi" onlus. Sì, perché nelle scorse settimane i ragazzi dalle T-shirt arancio, hanno costituito la loro associazione, che si pone come scopo quello di fare informazione e divulgazione delle iniziative volte al recupero delle aree militari in stato di palese abbandono. Presidente è stato eletto Lorenzo Pavoni, vice Enrico Adami e segretario Fabio Lemuth.


Link di riferimento : http://www.cittadellaspezia.org/La-Spezia/Cronaca/I-Murati-vivi-chiamano-a-raccolta-72853.aspx