martedì 21 febbraio 2012

Carlevà

Se n'è persa la memoria collettiva, ma alla Spezia c'era una sentitissima tradizione del Carnevale. Con tanto di Re, Principessa e nozze con la maschera spezzina Batistòn. La sfilata che andava al mare nella speranza di salvare il sovrano dall'improvvisa malattia ai polmoni (male tipico nel passato ma che alla Spezia è purtroppo rimasto più attuale che altrove, per via dell'amianto) era accompagnata da canti che toccavano critici e pungenti le faccende e la vita del tempo. Con l'arrivo dell'arsenale e le grandi trasformazioni che hanno quasi cancellato le identità locali, il Carlevà andò perduto.

Risorse per breve tempo negli anni '90 dell'Ottocento, una sorta di moto di resistenza di un mondo e di un passato che andavano scomparendo, schiacciati dalle servitù militari e dalle demolizioni. Quell'ultima scintilla di Carnevale spezzino vanta cansonete scritte da Ubaldo Mazzini, che ci lascia, con l'ironia dissacrante e solo apparentemente spiccia delle nostre zone, il quadro dei cambiamenti di quegli anni, tutt'altro che indolori: nella canzonetta per l'anno 1891 troviamo i campi da coltivare che non sono più buoni a causa delle costruzioni impostate dal genio militare, il demolire di forti e case antiche, il comune che collassa per i costi delle varie opere tra cui la costruzione delle ca' operaie, le banche che prima non c'erano e falliscono trascinandosi dietro negozi e famiglie. La consapevolezza che la vecchia Speza era una città piccola sì, ma più in equilibrio con se stessa e il suo territorio, dove:

"Pogassè se travagiava,
a ne digo defeente;
ma poi tuti, a l'avé 'n mente?
tuti i favo o lunedì.

Quando vense o darsenale,
quando i feno a diga en mae,
quando vense a comandae
tuti queli dai galon,

tuti quanti i se credevo
che la fusse na cucagna,
e l'è sta na pessa bagna
per noiautri, poi spezin!"

Nel passato tra le due principali entità del golfo, Regia Marina e abitanti (di un Regno), sono stati i secondi a lasciare il passo vedendo scomparire parte della loro terra dietro a recinti. Vedendo scomparire il mare, la vera ricchezza di questi luoghi, dietro a un muro.  E, tra le altre cose, perdendo il Carnevale. Più di cento anni dopo c'è l'occasione di ristabilire un equilibrio più vivibile e con maggiori potenzialità di crescita tra Marina Militare e cittadini (di una Repubblica). Non è il caso di perderla. Per questo le recenti voci su cantieri navali a Campo in Ferro non dovranno diventare realtà: sarebbe il vecchio rapporto di forze con "queli dai galon" che comandano senza tenere in alcun conto non solo le opinioni, ma anche la semplice esistenza dei cittadini, che tornerebbero sudditi.

Intanto, oggi che è Martedì Grasso, immaginare una sfilata di maschere che scende al mare di una Spezia antica, ci serve. Infatti "In questo momento, nel quale la città sta cambiando perché non è più e non potrà più essere solo militare, la consapevolezza del passato, della propria storia, del proprio patrimonio di terra e di cultura può aiutare a trovare l'energia necessaria a decidere lucidamente per il futuro.
Un po' come quando un bimbo arretra per la rincorsa di un salto."

domenica 5 febbraio 2012

www.murativivi.it

Ci scusiamo per la chiusura del sito www.murativivi.it,stiamo provvedendo all'aggiornamento dello spazio web ,ci scusiamo per il disagio!
E non vi scusiamo per il poco casino che fate per sto muro.
Grazie e arrivederci


sabato 4 febbraio 2012

Roba Nostra

L'altro giorno camminavo sotto il muro,nei giorni freddi di neve guardavo affascinato i tetti dei capannoni bianchi e i disegni spettacolari che il ghiaccio forma sulle pareti fredde del muro che mi guarda.
Poi,stop,la vena poetica si esauri' e ancora una volta,nel freddo porco della strada, mi sono incazzato.
Mi sono incazzato per i mesi in cui ci siamo persi, le brutte notizie, le brutte faccende e la  delusione scandalosa per l' indifferenza dei capi che continuano a nascondere la bella città nella città.
Questa volta però,sinceramente,ero incazzato con me e con voi perchè non abbiamo saputo mantenere l'orgoglio e la determinazione necessaria per sopire qusto muro e per intrappolare ogni singola particella di amianto che vaga nei carugi gelidi del paese.
Parlo di orgoglio perchè qui si malmena la dignita e il rispetto  per le nostre vite e per il nostro futuro.
Ho imparato sulla mia pelle che lavorare insieme è l'anima dei Murati Vivi,condividere la rabbia e la solitudine ogni volta che pensiamo al filo spinato.
Poi,dopo, ho relizzato  che lavorare insieme è una cosa difficile.
A quel punto sempre sotto quel cristo di muro, ho deciso di ripetere quello che stiamo stupidamente tralasciando,su questo blog che ormai ha raggiunto la quota di cinquemila silenziosi.
Questo è un parere personale che rivolgo a chi sente quell'impeto noioso che ci stimola il cervello sentendo il rumore di un generatore di una belin di nave Cilena appena arrivata.
Lo rivolgo anche a chi dopo qualche ora di generatore ha scoperto che la nave da guerra non poteva attaccarsi alla banchina perchè l'attacco del cavo di alimentazione è diverso da quello italiano.
Inizio anche a pensare che la politica di Spezia sia effettivamente tutta un gran bordello dove tutti beciano standosi sulle balle.
Negli uffici dei burocrati si parlavadi ''Scomparsa dei Murati Vivi'' e il dolore nel sentire questi omaccioni gridare alla vittoria mi torceva le budella.
Poi dopo pensavo alla nostra inesperienza, alla nostra età e al grosso casino che comporta vivere.
I Murati Vivi sono ragazzi,questo mi sollevava da qualasiasi dispiacere nel guardare quel cesso di nave cilena e pensare al vecchietto di marola che prende un po di valium per dormire sereno.
Abbiamo pagato il nostro entusiasmo centesimo per centesimo senza pensare al risparmio,utile per questi mesi di crisi,totale.
Tengo a sottolineare che le promesse e le illusioni dei Signori di Spezia hanno indebolito la nostra fantasia  assorbendo informazioni e consensi per poi lasciarci andare a un destino funesto.
Ma forse è proprio li che vi sbagliate, pensavo ridendo,per strada, immaginando il vassallo felice di aver soffocato la rivolta,vi sbagliate perché i Murati Vivi nella loro lentezza organizzativa continuano il loro percorso,sputano ancora sul muro ogni volta che lo incrociano e perdono il solito tempo a discutere sul perché due ciarpami spaziali di navi dell'anteguerra devono stare a marcire a Marola,davanti a una scuola elementare e davanti a dei cittadini censurati fisicamente.
C'è chi fa finta di niente,a loro vorrei parlare,vorrei dire che qualsiasi scusa per non partecipare rimane obsoleta a confronto della pesantezza del problema REALE,il muro.
C'è bisogno di confronto,non con i partiti ma con la gente,quella gente che un anno fa al freddo del centro  firmava e bestemmiava guardando le foto della base Navale all'avanguardia,una base che deve essere ridotta per esigenze UMANE e non STRATEGICHE.
La neve intanto,mentre compongo questo discorso,si sta sciogliendo e dai rami iniziano ad uscire i primi boccioli di primavera,che diventeranno foglie e poi fiori.
Mi piace pensarlo così' il nostro futuro,mi piace immaginarmi difronte al mare con tutti i miei amici incantati dal riflesso persuadente dell'olio di una bettolina o estasiati dall'incredibile quantità di sculture di arte moderna lasciate li a prender freddo.
Saremmo comunque difronte al mare,non a cercare consensi bensi pale con cui pulire la nostra terra.