lunedì 12 novembre 2012

La bettolina dell'amore


Una piccola e sporca love boat, perché tra Marina Militare e Spezia è proprio amore. A prima vista: dal tempo delle demolizioni di case e chiese, fino a oggi.
Cos'è una bettolina? È un battello per il trasporto di carburante e il rifornimento delle navi, una sorta di chiatta grossa e sgraziata che fa da benzinaio.
La bettolina se ne stava ormeggiata di fronte a Campo in Ferro, altro luogo simbolo di un atto d'amore e rispetto verso abitanti e ambiente; produceva ruggine con successo quando una delle recenti piogge l'ha fatta colare a picco.
Recuperata dal fondo, viene portata di fronte a Marola alla banchina carbone che, ci disse il Ministero della Difesa, è un'area "pienamente utilizzata per l'ormeggio di navi in disarmo". Nonostante tutto questo pieno utilizzo, hanno trovato modo e tempo per predisporre la demolizione della bettolina.

In Italia non si possono demolire imbarcazioni in un luogo scelto a piacere, esiste una rigidissima normativa. E la banchina carbone non è certo una scelta possibile. Ma ancora: sul posto non ci sono aspiratori per abbattere l'inquinamento da polveri su un mezzo che è lecito ritenere contenga amianto, non c'è stata pulizia e bonifica dai residui di carburante, come testimoniano gli spruzzi e le fiammate innescate dagli strumenti per il taglio delle lamiere. La gru opera come un dinosauro: il braccio meccanico sbrana letteralmente la carcassa del mezzo, strappando a morsi la bettolina.
Alcuni marolini, che si godevano il panorama, testimoniano la solitudine dell'operaio che lavora alla demolizione, in costrasto con le norme per la sicurezza sul lavoro. I rottami masticati vengono poi gettati lì accanto, a emulare i mai bonificati splendori di Campo in Ferro.



Il tutto di fronte all'asilo e alla scuola elementare del paese. Non solo perché è sano, ma perché è anche educativo, vero? Ma almeno i bambini avranno le idee più chiare rispetto a tanti politici adulti sul concetto di decenza e sul reale significato del "nuovo patto tra città e MM", sbandierato come già positivamente in corso. Oppure il curioso concetto di "simbiosi" tra città e MM.

A Marola aggiungiamo un'altra tacca al conteggio degli atti d'amore della Marina verso gli abitanti, come già per i depositi di carburante scavati sotto al paese o le installazioni sotterranee divenute discariche di amianto alla buona, lo scandalo di Campo in Ferro con le lettere che negavano l'inquinamento, il muro, il sequestro del mare, il blocco della processione del Santo Patrono... e si potrebbe andare avanti per 150 anni.

Dubitiamo che la Marina Militare abbia un elenco simile o semplicemente un'idea plausibile di rapporto con la popolazione: chi di dovere avrebbe capito da tempo che è necessario invertire la rotta.

Una semplice questione di civiltà.

martedì 6 novembre 2012

Una misteriosa simbiosi


Un giornale cartaceo ci informa che domenica, 4 novembre, è avvenuta una "simbiosi" tra Forze Armate e città.
Meno male hanno fatto l'articolo. Da Marola infatti non si vedeva la simbiosi, complice il muro troppo alto, evidentemente. Strano perché una collaborazione proficua, con vantaggi reciproci, tra una città e un'intera Forza Armata si dovrebbe vedere nonostante i muri di cemento.
Avranno aperto la sede per l'università in qualche caserma vuota? Avranno aperto l'ospedale militare (vuoto) magari con qualche macchina medicamentosa che manca alla Spezia?
Magari un accordo sulla bonifica di Campo in Ferro?
No: una cerimonia, l'entrata gratis al museo navale, la visita a qualche nave e una passata di propaganda per i più piccoli alla piscina Mori. (Vanno educati da piccoli alla simbiosi, si sa)

E dov'è la collaborazione e il vantaggio per la città? Cosa ha fatto la Marina per ingombrare meno costa e territorio con le sue aree in disuso? Cosa porta una giornata con un po' di turismo militare e, alla meno peggio, nautico-museale? Uh, immaginiamo le ricadute positive di una simile "simbiosi" di basso profilo e a senso unico... e il famoso "indotto" a cui siamo abituati.

Shhh! Non rompete l'incantesimo! l'importante è dirlo: a Spezia con la marina militare va tutto bene.
Magari per magia le parole diventano realtà! Vi ricordate La Russa? "Non voglio più sentire che a Spezia c'è una città nella città (l'arsenale)" e con questo si sarebbe risolto tutto. Ma solo se l'ex ministro della Difesa fosse stato Mago Merlino in incognito.

Di fronte ai tanti problemi segnalati dai cittadini, alcuni gravissimi, la Marina Militare ha coscienziosamente reagito con prontezza, come si confà a una organizzazione altamente operativa. Ad esempio inviando la banda musicale alla fiera di S.Giuseppe. La cosa, si capisce, ha risolto un sacco di problemi. Quasi sembra impossibile che si potesse vivere a Spezia prima di questa operazione sonora...

Non c'è da stupirsi; il rapporto con le popolazioni vissuto dalle forze armate è stato spesso utilitaristico: imbonirle e "farsele amiche". Poteva andare peggio. Potevano offrirci specchietti e perline. Invece panem et circenses alla spezzina maniera. Missione coronata con successo e ben poco impegno per oltre un secolo. Ma ormai qui di panem non ne passano più, sono rimasti i circenses che, in mancanza di meglio, ci tocca sorbire.

Così si è passati da "la Marina ha fondato Spezia" a "adattamenti reciproci" sino alla "simbiosi" per articoli di giornale: il lento tramonto di un circo che ha sempre puntato sul passato, spesso inventato, non avendo nulla da offrire nel presente, se non problemi.
Ora: quanto deve ancora andare avanti la bolla in cui galleggia la questione aree militari? Più si aspetta e peggio è. Occorrono soluzioni vere, bonifiche vere, fronti mare veri e vivibili. Non farsette da propaganda anni '50 sui giornali.

Intanto il muro fa mostra di sé, i tetti in eternit pure. E poco oltre occhieggia la discarica di arsenico, PCB, olio e mercurio. C'è nostalgia per l'uranio impoverito che era stato buttato lì, in quello che fu uno dei luoghi più belli del Golfo, a pochi passi da un paese che tra filo spinato e cemento sembra un quartiere di Belfast.

Che simbiosi stupenda.