lunedì 17 marzo 2014

Ministero del tanto al kg

Comunicato inviato oggi (14.16) alla stampa locale.

Ambigua e dilettantesca la risposta del Ministero dell'Interno sulla vicenda della nave dei misteri che ha caricato o plutonio o uranio, o forse entrambi, all'interno dell'arsenale della Marina Militare alla Spezia, nella notte tra il 3 e il 4 marzo.

Non è accettabile da qualsivoglia istituzione un tale livello di elusione e amatorialità nelle risposte su temi così delicati come la sicurezza, le procedure d'emergenza e la trasparenza.
Assicurazioni generiche, da chi poi non fornisce nemmeno l'identificazione precisa del sito di provenienza del trasporto e la natura del materiale trasportato, non hanno credibilità.

Dove sono i dati sulle procedure d'emergenza da adottare, l'analisi, le simulazioni, i risultati delle esercitazioni (obbligatorie) che dovrebbero essere state fatte, e non in generale, ma sul modello specifico della distribuzione degli abitati, sui venti e la conformazione orografica del golfo della Spezia?
Quali scenari sono stati previsti?

Il concetto di sicurezza inverificabile, segreto e calato dall'alto fu già della Marina Militare con un piano d'emergenza che prevedeva poco più che una serie di infantili nomi in codice da dare agli abitanti morti -falci- o contaminati -fulmini-, in caso di incidente nucleare di un sottomarino straniero -mare lucente-.
Neanche fossimo bestiame.
Siamo di fronte ancora una volta a questo basso livello di considerazione? La "gestione dell'emergenza" prevede ancora una volta solo come contare morti e malati? Non ci stiamo ad essere tagliati fuori su decisioni che riguardano la nostra salute.

La fiducia verso le istituzioni, in una democrazia, non può essere cieca per definizione. Ma ora ci viene richiesto un atto di fede. Di cosa le istituzioni si rifiutano realmente di parlare? Cosa c'è di inconfessabile dietro a questo trasporto?


Un cask per trasporti nucleari.
Vogliamo ben sperare che i rischi siano stati ridotti al minimo, ma come possiamo crederlo se il ministero non riesce neanche a dare un nome ai contenitori per il trasporto nucleare? I cask (o flask) non sono davvero un segreto e neanche difficili da capire. Si invocano dati di misurazione dell'ISPRA ma non li si illustra, e se è andato tutto bene sarebbe ottima cosa mostrarli.

Ancora una volta poi si precisa che il "materiale fissile" non sarà per uso militare, ma è come dire che un carico di "polvere da sparo" è per uso civile.
Come cittadini abbiamo a questo punto il dovere di credere solo a ciò che viene dimostrato e non a blande rassicurazioni. E stiamo aspettando da ormai quasi due settimane.

venerdì 14 marzo 2014

La Spezia Arsenale 2062.



La premessa:


La Spezia, anno 2062. Il giovane neo-governatore provinciale Liu Jin Dong, a seguito della dismissione definitiva dell’arsenale marittimo cittadino, finalmente ceduto alla cittadinanza dal Ministero dell’Attacco Italiano, richiede l’aiuto e la fantasia di creativi provenienti da tutto il mondo per riprogettare e rinnovare questa vasta area in disuso. Oramai gli stabili e i piazzali abbandonati sono infestati da piante e cespugli molto alti, mentre i relitti delle vecchie navi da guerra alla fonda arrugginiscono. Dopo la Grande Ripresa, dal mare provengono ormai molti immigrati e i turisti che affollano le strade della città non hanno più spazi dove soggiornare o farsi una bella cena a base di muscoli. Che fare quindi di questi vecchi edifici? Come ripopolare questa zona, più grande della città stessa, in maniera razionale ed ecologica? Questi gli interrogativi del politico italo-cinese, pressato dagli adolescenti vogliosi di farsi un tuffo sotto casa.

Il risultato:


Siamo molto soddisfatti di come sia andata. All'iniziativa ha partecipato gente da tutto il mondo. Nei prossimi giorni vi faremo vedere i progetti selezionati (non vediamo l'ora!), e voi li potrete commentare e votare sui social network e su Nipmagazine che al concorso ha dedicato questo bellissimo articolo (lettura consigliata) e ci aiuterà a portare avanti questa piccola idea un po' folle ma decisamente interessante.  
Non resta che attendere, restate su questi schermi.


Murati Vivi




mercoledì 12 marzo 2014

Help!

Precisiamo che non ci risulta affatto normale, né tranquillizzante, essere costretti a rivolgerci a una compagnia privata straniera per cercare di sapere cosa passa sotto le nostre case e come comportarci in caso d'emergenza. 
Ma sicuramente non possiamo attendere inerti di fronte al silenzio delle nostre istituzioni.

Di seguito il testo inviato alla compagnia di trasporti di materiali nucleari Pacific Nuclear Transport Ltd (PNTL), ad alcune testate giornalistiche britanniche e a Greenpeace.


---------- message ----------
From: Murati Vivi Marola
Date: 2014-03-12 15:29 GMT+01:00

Subject: Nuclear material and PNTL ship in La Spezia (Italy) - Info request: kind of nuclear material and emergency procedures
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Local media are signaling the presence of a PNTL ship (Pacific Egret) in La Spezia military harbour, during the night of 3rd/4th March.
Some witnesses are also reporting personnel in NBC suits loading the ship with nuclear material, very close to buildings of the village named Marola, far only some one hundered yards from the port. Marola is populated by nearly two thousand people.

As you can easily guess, the above mentioned people are afraid of this dangerous type of activity, but they are far more worried of the complete lack of information.
Local civilian and military (navy) authorities refuse to provide any news relevant this transportation and relevant similar possible future transportation.
It appears quite clear that similar activity has already been scheduled for next months.

You surely agree with us: the material managed is very dangerous and its handling and transportation severely jeopardizes the health and even the life of a lot of people, in case of accident.
The prefecture of La Spezia has communicated that relevant data will be issued to the public only after an accident and/or an environment radioactive contamination take place. But without any prior public information about transportation and safety procedures, every emergency management can only result in a fiasco and, most likely, in a disaster.
The PNTL is perceived to agree with this unsatisfactory point of view and, as you can easily guess, the impact for the public image and perception of your company could be very deeply negative.

We believe that, either as an association or simply as citizens, we are entitled to know what happens next to home, to be informed how to protect ourselves in case of the worst possible scenario and how to get complete protection for our beloved ones, particularly the children.

Up to nowdays, as far as we are involved, it appears that, despite a technology high level and well trained personnel, it is impossible to get a 100% protection. About this, surely, no-one can disagree.

So we require to be precisely informed from you, instead of our useless civilian or military authorities, about the material handled, about your future shipping plan in La Spezia and safety procedure in case of accident.

Kind regards.

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lunedì 10 marzo 2014

Ci riguarda: vogliamo sapere


Comunicato inviato ieri alla stampa locale, in risposta alle dichiarazione del sindaco della Spezia, Massimo Federici.
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Le dichiarazioni rese dal sindaco lasciano tutti noi molto perplessi ed ancora più timorosi, poiché di fronte ad un trasporto di plutonio in mezzo alle case, una frase del tipo "dovete stare tranquilli" risulta tremendamente inquietante.


Siamo spaventati dalla leggerezza con cui siamo stati privati del diritto di proteggerci nel migliore dei modi, ad esempio dandoci la possibilità di allontanarci: un livello di sicurezza totale, che nessuna tecnologia e nessun personale addestrato potrà mai garantire. 
Chiediamo che le procedure di simili trasporti siano ben divulgate a tutta la cittadinanza e che soprattutto siano chiari i rischi e le conseguenze di un incidente

Il richiamo a tutte le emergenze ambientali sul territorio del nostro golfo non può essere additato come il tentativo poco serio di fare di tutta l’erba un fascio, quando è espressione di grande timore e segnale di profonda sfiducia nei confronti della politica di gestione del territorio.
E’ necessaria un’attenta fase di informazione, responsabilizzazione e ascolto dei cittadini, non il silenzio e l’esclusione di questi.

Poco importa poi come "altre democrazie" trattano il nucleare. Ma poi quali? La Francia che metteva bombe sulle navi di Greenpeace? Gli Stati Uniti che hanno contaminato intere riserve dei nativi con esperimenti e scorie? La Gran Bretagna che provava le bombe nei territori aborigeni? Israele che sperimentava ordigni insieme al Sudafrica dell'apartheid? Lasciamo al Sindaco la scelta del modello "nuclear-democratico" fatto di soprusi che vorrebbe importare alla Spezia.

Vogliamo che il piano d'emergenza stilato dalla Prefettura sia reso pubblico nei minimi dettagli, Spezia ha già vissuto l'esperienza del piano d'emergenza nucleare della Marina Militare, segreto e del tutto insufficiente a gestirne una.

Inoltre chiediamo le dimissioni del Sindaco, in quanto affermare che la segretezza sia un valore democratico atto a garantire la sicurezza e, immediatamente dopo dire che mi preme poi sottolineare che non siamo negli anni settanta e ottanta, quando presenze nucleari, ma di tipo bellico, pare interessassero frequentemente per lunghi periodi il nostro golfo nel silenzio di tutti, autorità comprese” è un chiaro sintomo di totale mancanza di crediblità.
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venerdì 7 marzo 2014

Radiazioni e istituzioni




Le spaventose vicende di questi giorni relative al traffico di materiale nucleare nella città della Spezia mettono il luce gravi situazioni. Di seguito il comunicato inviato alla stampa locale, oggi alle 15.42:
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L'arsenale militare è di fatto diventato più che mai un crocevia di materiali nocivi; dopo le risibili dichiarazioni dell'ammiraglio Toscano sulla situazione a Campo in Ferro, constatiamo la posizione pilatesca di fronte a trasporti ad alto rischio per la popolazione così come il fatto che la Marina abbia la smania di cacciare i Marolini dal porticciolo di S.Vito, ma abbia le porte ben aperte per traffici di materiale radioattivo altamente pericoloso. Le aree militari sono un evidente motivo di gravi pericoli per gli abitanti, devono essere volte al più presto ad un uso civile per assicurare a tutti maggiore tutela.

La prefettura si sta autodelegittimando: le dichiarazioni di oggi sono inaccettabili. Non si capisce se il concetto di "materiale fissile non irraggiato" tradisca più l'ignoranza di fisica o la paura di definire con precisione il carico. Si deve divulgare tutto e nei minimi dettagli, documenti alla mano perché non riponiamo alcuna fiducia nelle dichiarazioni non provate di chi espone in segreto la gente al rischio di contaminazione radioattiva. Deve essere chiara l'identità della nave[*], la sua destinazione e lo scopo dell'intera operazione. Affermazioni circa "l'uso civile" di materiale fissile sono poi da rigettare completamente.
Scandaloso nascondersi dietro a norme che la prefettura non illustra e che sono contrarie al buon senso: avvertire la popolazione solo dopo che sia stata contaminata non è sicurezza, ma follia. E se si tratta di plutonio, ricordiamo che è una contaminazione di fatto eterna.
Forlani farebbe bene a dimettersi ora, prima di affossare l'intera prefettura e con essa la credibilità delle istituzioni tutte.
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[*] più recenti notizie sulla stampa locale la identificano come Pacific Egret, britannica.

giovedì 6 marzo 2014

Carnevale NBC

"Carnevale NBC", perché da noi a carnevale si indossano costumi strani e si fanno sfilate di materiale detto NBC (nucleare-batteriologico-chimico).
La Marina Militare, come sempre, si smarca dagli eventi: loro hanno soltanto fornito l'appoggio logistico, mezzi, moli. L'operazione non era della Marina. E quindi non era compito loro quello di preoccuparsi di avvisare la popolazione di un carico pericoloso, né quello di dare spiegazioni di nessun tipo. 
Sono lì per difenderci, in teoria, ma quando c'è da farlo se ne lavano rapidamente le mani.
Ma questa negazione di responsabilità ci dice altro: la notte di lunedì 3 sotto le case della gente, tenuta all'oscuro, non è passato un carico di esplosivi convenzionali, da sempre trasportati con disinvoltura e una dose richiesta di coraggio, precauzioni e capacità alla portata perfino della Marina Militare spezzina.
Si tratta indubbiamente d'altro, e le voci corrono: materiale chimico o nucleare, forse Cesio 137, radioattivo e cancerogeno, addirittura si parla di Plutonio, radioattivo e altamente tossico, o, forse peggio ancora, di armi chimiche.

Di gravissimo c'è che si facciano certi trasporti a ridosso delle case. Di incredibilmente grave c'è che nessuno sia stato avvisato: se qualcosa fosse andato storto, nulla - nulla! - avrebbe potuto evitare la contaminazione di case e persone. E pensiamo che sia diritto di chiunque decidere se affrontare un simile rischio, o  proteggersi oltre ogni possibile dubbio allontanandosi o allontanando i più piccoli. Siamo stati costretti a vedere sfilare un carico simile senza avere la possibilità di proteggere noi stessi o almeno i bambini. Quale malinteso senso di autorità ci ha privato del diritto di decidere per la nostra salute e quella dei nostri cari? Quale arroganza ci ha privato dell diritto di sapere cosa ci viene fatto accadere attorno?

Fuori da ogni concezione, poi, i silenzi omertosi delle istituzioni. Alla Marina ci siamo abituati, ma spicca la new entry della prefettura, evidentemente informata nei dettagli: dichiara che non dichiarerà nulla. Un ottimo modo per distruggere la credibilità e l'affidabilità della prefettura da dentro, con quel pizzico di ridicolo che non può mancare.
Il sindaco, invece, è ormai noto per gli sbagli che capirà in ritardo, ma che non ammetterà. Pertanto le aspettative corrispondono al quadro delle avvilenti dichiarazioni: non sa nulla perché i sindaci vengono informati solo in caso di rischio per gli abitanti. E quindi Federici deve aver dedotto al volo che non c'era nessun rischio. Tra tre mesi, gli sarà chiaro l'inghippo.

Ma sono silenzi che dicono di peggio: stanno zitti perché vogliono ripetere la bravata, oppure il carico e il modo in cui è stato gestito hanno caratteristiche inconfessabili. Ma ciò che è inconfessabile è anche incompatibile con le istituzioni.
Quindi o certa gente si dimette - e al volo - o le stesse istituzioni imploderanno da dentro. Chi potrà più relazionarsi seriamente con rappresentanti di omertà e non dello Stato?
Nel contempo dovrà venire fuori per chi e cosa si trasportava, con dovizia di dettagli e documenti. Fondamentali i documenti. Perché ormai la fiducia è rotta. E l'unica carta per recuperarla è solo la trasparenza, quella fatta bene, s'intende.


Questo sì che è un vero carnevale, con maschere incredibili: il militare di marina che non c'entra mai nulla ma collabora a traffici di scorie o chissà che, il prefetto con la bocca cucita, il sindaco imbelle. Ce n'è abbastanza per il lancio turistico. E non scordate la maschera antigas, ma col filtro giusto! Se no è inutile.

mercoledì 5 marzo 2014

Carichi di sospetti

Un chiacchiericcio incessante, giornali andati a ruba, una borgata in subbuglio.
Ecco come si è ritrovata Marola stamattina.
Naturale, verrebbe da dire, in quanto la notte scorsa è stato avvistato un trasporto “sospetto” scortato da polizia e carabinieri destinato all’interno della base militare, al molo Varicella, per la precisione.
Il fatto che suscita scalpore è che da quanto riferito dai pochi testimoni oculari, gli addetti al trasporto indossavano tute e caschi di fattezze strane, come se il carico in qualche modo potesse provocare danni alla salute dei trasportatori.
Allora la domanda che tutta la popolazione si è posta è la seguente: cosa è stato trasportato, scaricato ed in seguito caricato sulla nave che attendeva al molo Varicella?
Ma non solo: forti dubbi permangono anche sull’identità della nave, che presentava una forte somiglianza, non solo nella colorazione, con quella caricata di armi chimiche siriane (20 t di iprite): la Ark Futura.

Ark Futura


articolo di Sondra Coggio
Legittimamente tutti ci siamo posti dei dubbi sulla natura del trasporto e del trasportato; dubbi che scaturiscono dalla paura che nella base navale della nostra città possa esistere un traffico di armi chimiche e sostanze radioattive.
Se la cosa fosse vera, allora avremmo un grosso problema.
Problema che non sussiste per le autorità, sia civili che militari, che hanno fatto passare il tutto nel silenzio più assoluto, come a significare che la sicurezza e la salute pubbliche non siano di competenza dell’Amministrazione comunale, la quale è garante della salute dei cittadini, e della Marina Militare, la quale è garante della sicurezza.
La paura più grande è che questo fatto, nel caso si trattasse realmente di quanto supposto da cittadini e giornali, possa essere collegato ad altri “scandali” nostrani.
Come quello della Jolly Rosso.
Oppure quello del Moby Prince.
Restano comunque solo illazioni scaturite dalla paura e dalla completa disinformazione.
Per questo è necessaria la dovuta trasparenza da parte delle istituzioni locali; trasparenza che non c’è mai stata finora.

Oggi è giunta l’ora